A Paganica una antica tradizione legata alla civiltà contadina: la mietitura si unisce al culto di Celestino V. Raffaele Alloggia per Il Capoluogo
Nei giorni antecedenti la riconsegna alla città dell’Aquila e all’Abruzzo intero, della bella chiesa di San Silvestro, evento giustamente molto seguito dai media locali, alla comunità paganichese veniva riaperto al culto, per un solo giorno all’anno, un piccolo tempio intriso di storia, dedicato a San Pietro Celestino, sconosciuto ai più: compreso ai paganichesi stessi.
In una ricerca d’archivio eseguita nei primi mesi del 2009, si è scoperto come la stessa dedicata all’origine a San Pietro Apostolo, nel 1313 dopo la canonizzazione del monaco Pietro da Morrone, incoronato papa nel 1294 come Celestino V, viene ri-dedicata a San Pietro al Morrone, in virtu’ dell’intercessione di papa Celestino verso il Re Carlo D’Angiò II, per il rientro dei 64 capifamiglia paganichesi in città dopo un anno di “esilio”, a seguito della
“briga” con i bazzanesi (dalla “Cronica” di Buccio da Ranallo).
Dall’archivio diocesano della Città, Monsignor Luigi Filippi scrive che in occasione della “Visita Pastorale” nella Forania di Paganica, la quale costituisce un obbligo canonico che i Vescovi debbono assolvere almeno una volta nell’arco di unquinquennio, per verificare lo stato delle Chiese e per redigere notizie di carattere storico culturale, l’11 maggio del 1876, percorrendo la via per Pescomaggiore, si era recato alla chiesetta di San Pietro al Morrone, fu visitata e si approvò.
Graffiato, in un affresco tre-quattrocentesco, un archivio di vita vissuta nei secoli, che risalgono fino al ‘500.
La chiesa era in origine plebana, del villaggio omonimo, il quale a seguito dei continui attacchi da bande vandaliche, insieme ad altre “Ville”, contribuì alla formazione di Paganica, come dal documento di Mattia Capponi del 700 – “Ville dalla cui unione si formò la Terra di Paganica nell’Abruzzo Ulteriore.